Marco Nesci
Esprimiamo in queste righe la nostra più profonda preoccupazione e il nostro sgomento di fronte alle notizie, che se confermate, rappresenterebbero un punto di non ritorno verso un’escalation catastrofica nel cuore dell’Europa. L’attacco in profondità nel territorio russo da parte di agenti dei servizi segreti ucraini con la regia della NATO, condotto con droni di piccolo taglio contro basi strategiche russe, è un atto di una gravità inaudita.
La modalità di esecuzione di tale azione, resa possibile unicamente attraverso sofisticate guide satellitari, implica un controllo diretto e una responsabilità inequivocabile, sostengono i russi, da parte della NATO. Questo atto si consuma peraltro alla vigilia di un appuntamento cruciale: il secondo incontro tra le delegazioni russe e ucraine previsto a Istanbul per tentare, ancora una volta, di intavolare un processo negoziale. Un simile atto di aggressione rischia di far saltare irrimediabilmente qualsiasi spiraglio di dialogo e di pace.
Ma le implicazioni più allarmanti derivano dalla dottrina militare nucleare russa. Se la responsabilità della NATO in questo attacco venisse accertata, Mosca potrebbe sentirsi autorizzata a una risposta altrettanto pesante. Il Presidente Putin, che ha mostrato in passato una certa moderazione e prudenza, si troverebbe ora sotto la crescente pressione delle frange più radicali del suo governo, i cosiddetti “falchi”. La loro reazione potrebbe essere devastante, a partire dalla cancellazione di Kiev, e non escluderebbe, in un’ottica di legittima difesa e nell’ambito di un’interpretazione estrema della dottrina ONU, l’utilizzo di armi nucleari tattiche.
Da queste stesse pagine abbiamo più volte espresso la nostra viva preoccupazione per il continuo sabotaggio di ogni tentativo di pace, avvertendo che la precipitazione verso un conflitto mondiale è un pericolo imminente. Sembra che stiano prendendo il sopravvento quelle forze europee a partire dai cosiddetti volenterosi, che desiderano ardentemente la guerra nel nostro continente. Un simile scenario, alimentato da azioni provocatorie e irresponsabili come quella descritta, ci spinge sull’orlo di un abisso le cui conseguenze sono inimmaginabili. È immediatamente necessario che attraverso un movimento per la pace internazionale, si prenda coscienza della gravità del momento e agisca con la massima urgenza per scongiurare il peggio, ristabilendo i canali diplomatici e condannando con fermezza ogni atto che possa condurre all’annientamento, a cominciare delle idiozie messe in atto dalla commissione europea.

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