Intervista a Genova24 di Nicola Giordanella
Genova. In vista delle elezioni comunali a Genova del 25 e 26 maggio, Genova24 ha intervistato tutti i candidati sindaco e le candidate sindaca. Oggi è la volta di Antonella Marras, classe 1967, candidata per Sinistra Alternativa, lista sostenuta dal Partito della Rifondazione Comunista, dal Partito Comunista Italiano e da Sinistra Anticapitalista.
Marras, incominciamo dal primo punto del vostro programma: il lavoro.
“Il lavoro è un tema che intendiamo portare direttamente in Consiglio Comunale. È necessario riportare al centro la questione del lavoro, delle lotte per il mantenimento dei posti di lavoro e delle rivendicazioni che nascono anche all’esterno. Innanzitutto, riteniamo necessaria la reinternalizzazione dei servizi pubblici, inclusi quelli delle partecipate. Questo è fondamentale per riportare i livelli salariali a un punto decente e dignitoso. Per questo, abbiamo proposto un salario minimo di 10 euro l’ora, indicizzato all’inflazione e non a carico della fiscalità generale. Questa era una proposta di legge che abbiamo portato avanti e consegnato al Parlamento nel 2023, dopo una significativa campagna di raccolta firme. Abbiamo notato che, purtroppo, il Comune si occupa del lavoro e delle vertenze solo quando queste emergono all’esterno. Invece, è fondamentale avere un’attenzione preventiva e ascoltare i lavoratori. Dobbiamo riaprire tutti i fronti di conflitto per rivendicare salari dignitosi e porre fine alla precarizzazione del lavoro, inclusi i contratti a tempo determinato che vediamo anche all’interno della pubblica amministrazione. Crediamo che questo sia basilare. Non a caso, sosterremo anche i quattro referendum sul lavoro che si voteranno l’8 e il 9 giugno, oltre a quello sulla cittadinanza, per i quali invitiamo a votare sì”
Un altro punto molto importante del vostro programma riguarda le grandi opere. Voi avete una posizione chiaramente intransigente su quelle attualmente sul tavolo, Gronda, Skymetro, Funivia e crematorio. Al contempo, avete delle controproposte per risolvere le problematiche?
“Parto dal 2022: avevamo sostenuto una proposta alternativa anche sulla parte finale del Terzo Valico, l’ultimo miglio collegato al nodo ferroviario. Anche sulla Gronda abbiamo lavorato per più di due anni, cercando di riunire tutte le persone e le realtà che contestavano il progetto di ASPI. Ci sono delle proposte che potrebbero rendere questo progetto a lotti funzionali, a seconda dei piccoli pezzi che si potevano realizzare e che potevano già essere fruibili. Ricordiamo, infatti, che la Gronda sarà utilizzabile solo dopo il completamento totale, e quindi tra 10-15 anni. Non sappiamo nemmeno quali saranno le esigenze future”
Silvia Salis ha aperto alla Gronda: davanti a Confindustria ha detto sì alla Gronda. Come vi lascia questa dichiarazione, tenendo conto che in coalizione hanno anche formazioni politiche che si sono battute contro quest’opera?
“Siamo Sinistra Alternativa, alternativa per questo. Questa dichiarazione mostra l’incoerenza nelle posizioni all’interno del “campo largo”. Incoerenza che si evidenza proprio sulla questione della Gronda. Da una parte non ci stupisce, perché sono andati da Confindustria e hanno detto sì a quelli che per loro sono gli stakeholder principali. Per noi, invece, i principali stakeholder sono i lavoratori e i cittadini, che poi subiscono queste opere. Il fatto che ci saranno all’interno della coalizione persone che si sono battute contro, alcune erano anche nella carovana No Gronda e abbiamo portato avanti alcune iniziative insieme, creerà un problema anche nel momento della governabilità. Ne parlano sempre in un contesto di bipolarismo che ha completamente tolto rappresentanza: ricordiamo che più del 50% delle persone non va a votare, forse perché non si sente rappresentato da queste parti, proprio a causa di queste incoerenze, che sul tema delle grandi opere sono evidenti”.
Arriviamo ad un punto molto importante del vostro programma: l’antifascismo. Se ne è parlato tanto in questa campagna elettorale, è stato un tema che ha creato molte polemiche. Qual è oggi il significato di essere antifascisti e dove sono, quali sono i fascismi da cui eventualmente bisogna difendersi?
“Per noi, l’antifascismo è militante o non è. È fondamentale portare avanti il ricordo e tutta la cultura antifascista da cui deriviamo. Genova si è liberata da sola, attraverso la lotta partigiana, sostenuta dalle classi popolari, dai lavoratori e dai comunisti della città. Tuttavia, non basta questa retorica di sole commemorazioni. Noi pensiamo che l’antifascismo vada combattuto tutti i giorni. Nel nostro programma abbiamo inserito la necessità di eliminare lo sdoganamento dei gruppi neofascisti presenti in città e, di conseguenza, le loro sedi. Questo include anche ciò che è stato fatto in città con cippi, targhe e monumenti a personaggi che si rifanno al periodo fascista. Lo sdoganamento del fascismo è avvenuto anche a livello europeo, con l’equiparazione tra comunismo e nazismo. Ricordiamo invece che i comunisti hanno dato un grande contributo alla lotta di liberazione. Purtroppo, non possiamo dimenticare l’ordine del giorno votato dalla destra in Consiglio Comunale, al quale il centro-sinistra si è astenuto. L’altra cosa è che ci sono molti fascismi attuali contro cui dobbiamo lottare. Questi derivano da tutte quelle resistenze che si hanno, a partire dalla lotta contro il decreto sicurezza, che noi chiamiamo repressione. Significa reprimere tutto quello che può essere il dissenso dal punto di vista delle lotte ambientali, delle lotte sui posti di lavoro, dei blocchi stradali, ma anche delle lotte non violente che possono essere fatte, ad esempio, all’interno delle carceri”.
Un commento sulla vicenda che ha fatto tanto discutere: l’aggressione fascista che poi si è rivelata non essere mai accaduta
“Ovviamente, noi abbiamo partecipato alla chiamata che è stata fatta per i fatti di Sestri. Non è la prima volta che ci sono delle aggressioni fasciste; le hanno subite anche i nostri antifascisti. Cosa che succede mentre si fa antifascismo militante in città. Per noi l’antifascismo è una cosa seria e andava sicuramente verificata meglio la situazione. Anche queste persone che pensano di usare l’antifascismo sminuendo il valore della lotta antifascista, vanno sicuramente allontanate. Ha fatto bene poi la CGIL ad aver sospeso questa persona, però l’attenzione deve essere molto alta rispetto a questo tema, perché non è una cosa su cui scherzare. Purtroppo lo vediamo non soltanto nel nostro paese: abbiamo un governo che per noi è un governo reazionario. Oltre il decreto sicurezza, l’autonomia differenziata. Sono due provvedimenti che portano alla divisione e a leggi che per noi sono regressive”
Abbiamo accennato all’Europa. Vi siete spesi molto in questa campagna elettorale sulla questione della pace, Genova come città di pace, Genova con un assessorato alla pace.
“Abbiamo posto come punto iniziale del nostro programma il no alla guerra e il no al riarmo, al piano di riarmo europeo, proprio a seguito della manifestazione che avevamo fatto in contrapposizione a quella dell’Europa che deve riarmarsi. Siamo contrari a un’economia di guerra e a tutto ciò che riguarda la militarizzazione, sia quella che sta avvenendo all’interno delle scuole, sia questa conversione bellica dell’industria. Sicuramente Leonardo non è un esempio virtuoso in questo senso. Si possono fare produzioni che siano ecosostenibili, di cui avremo tanto bisogno. Quindi, sosteniamo la riconversione ecologica dell’economia, non quella bellica”

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