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Intervista a Primocanale della Candidata a Sindaca di Genova Antonella Marras e la lista Sinistra Alternativa

2025-05-08 05:01

Redazionale

politica interna, politiche locali,

Intervista a Primocanale della Candidata a Sindaca di Genova Antonella Marras e la lista Sinistra Alternativa

è necessario avere comunque un'alternativa a questo bipolarismo, noi siamo una sinistra di classe che fonda le sue radici nel lavoro e tra i lavoratori

Redazionale: intervista a Primocanale a cura di Giorgia Fabiocchi 

 

Antonella Marras sfida (soprattutto) il centrosinistra con la sua lista Sinistra Alternativa, appoggiata da Rifondazione Comunista, Partito Comunista e Sinistra Anticapitalista. Così, per la seconda volta dopo l'esperienza del 2022, quando si candidò a sindaca per il comune di Genova, ha scelto di scendere nuovamente in campo. "Abbiamo deciso di riproporre la stessa lista cambiando giusto il nome, però il principio è lo stesso di tre anni fa, perché riteniamo sia necessario avere comunque un'alternativa a questo bipolarismo - ha commentato la candidata sindaco di Genova per Sinistra Alternativa Antonella Marras -. Noi vogliamo inserirci in questo bipolarismo per rappresentare quella che dovrebbe essere una sinistra di classe, che ha i suoi fondamenti sulle lotte dei lavoratori, sulle lotte del territorio, sulle lotte che sono state portate avanti dal punto di vista dei diritti sociali e civili".

 

Cos'è che ispira la vostra lista?

"Siamo una lista di ispirazione comunista che ha comunque una visione socialista della società e quindi di uguaglianza e di libertà. Vogliamo opporci a questi due schieramenti perché riteniamo che i due programmi siano sovrapponibili in tante parti, in particolare sulla questione delle grandi opere perché sono praticamente d'accordo su tutto, anche sull'atteggiamento che hanno. Noi riteniamo che questo centrosinistra sia un centro liberista, noi invece abbiamo un'ispirazione anticapitalista, quindi abbiamo deciso di entrare in campo".

 

Come definirebbe i punti del suo programma?

"Intanto per iniziare abbiamo messo come cappello iniziale il no alla guerra e il no a riarmo perché riteniamo che sia eticamente giusto non andare in guerra perché vediamo le morti che stanno causando, e le difficoltà di tutti gli altri paesi, con le difficoltà economiche che stiamo rilevando anche noi. Inoltre abbiamo un articolo 11 della Costituzione da mantenere e da rispettare, il riarmo praticamente prevede un investimento che farebbe saltare il patto di stabilità per l'Italia di 30 miliardi di euro, che verranno sottratti a tutti quelli che sono invece investimenti sul sociale che sono una parte importante del nostro programma sul lavoro, sull'ambiente. È evidente che questo ha una ricaduta fortissima anche sugli enti locali".

 

Il lavoro quindi è al centro del vostro programma?

"Sì è una delle nostre priorità, un lavoro che deve essere non sfruttato come invece sta avvenendo, un lavoro sicuro, un lavoro che non abbia contratti a tempo determinato o contratti a tempo interinale, quindi che possa permettere una visione e comunque una programmazione di vita anche ai giovani che tanto vengono considerati in questa campagna elettorale".

Siete d'accordo quindi con il salario minimo proposto dal centrosinistra?

"Intanto il salario minimo che noi proponiamo è di 10 euro l'ora che non sono pochi rispetto ai 9 euro che propongono loro, è 10 euro l'ora indicizzabile all'inflazione, il loro non è indicizzabile e non a carico della fiscalità generale. Riteniamo che debba essere l'impresa a pagare la differenza per arrivare a questo salario minimo, è applicabile anche al comune, non è soltanto una cosa da verificare a livello nazionale o regionale perché nei contratti d'appalto e di sub appalto possono essere inserite queste clausole. Chi prende l'appalto deve garantire che le aziende garantiscano questo salario minimo ai lavoratori e alle lavoratrici".

 

Qual è invece la vostra opinione sul tema casa-abitare?

"La nostra posizione è quella di un grande piano di manutenzione, intanto bisogna fare una cernita di quelle che sono le abitazioni che sono attualmente sfitte, abbiamo delle liste d'attesa lunghissime, vengono date con il contagocce e questo crea anche quel problema che poi diventa una lotta tra poveri delle occupazioni delle case. Serve quindi un grande piano di manutenzione del patrimonio pubblico ma bisogna intervenire in quel patrimonio privato delle grandi compagnie. Come il fenomeno dell'Airbnb, che porta a una turistificazione del centro storico che sta portando a una genovacentricità dei centri storici. È una questione di dignità, noi la vediamo come un diritto".

 

Marras, c'è poi il tema dell'ambiente: lei come esperienza è stata portavoce anche del comitato di Borzoli e Fegino in una delle zone considerate più servitù a Genova. Qual è la vostra proposta per intervenire sui territori molto fragili?

"Per noi l'unica grande opera che bisognerebbe portare avanti è quella della messa in sicurezza del territorio, del ripristino della mitigazione dei danni che purtroppo portano alla luce quelli che sono già i cambiamenti climatici in atto, vediamo quali effetti hanno nei confronti di un territorio che è altamente cementificato. Noi avremo bisogno di liberare degli spazi, avremo bisogno di riattivare tutte quelle economie che ci sono soprattutto nelle nostre colline, non parlo solo del centro di Genova ma ricordiamo che il sindaco diventa anche presidente della città metropolitana, quindi si deve occupare anche del dissesto idrogeologico. Abbiamo almeno la metà delle case in zone pericolose, dovremmo riuscire a evitare che succedano dei danni, quindi noi sappiamo che nel nostro territorio la Val Polcevera è un'area altamente pericolosa dal punto di vista idrogeologico, ma anche i lavori che si stanno facendo per il terzo valico, il nodo ferroviario, ma anche in Val Bisagno i problemi ci sono".

 

Come mai non avete appoggiato la candidata del centrosinistra Silvia Salis? L'area politica, in parte, è quella.
"Intanto qui stiamo parlando di un campo largo, anzi largissimo, all'interno come ho già detto la maggior parte delle realtà politiche sono di ispirazione liberista che hanno portato alle privatizzazioni, quelle che hanno portato al voto soprattutto sul riarmo e su tutta la questione della guerra. Fanno parte di quelli che sono i poteri forti che sostengono queste realtà".

 

Come mai non avete provato a unire le forze con altri candidati, come per esempio con Cinzia Ronzitti?

"Il Partito Comunista dei Lavoratori, con Ronzitti, va sempre da solo, è proprio la loro prerogativa. Con gli altri ci sono delle differenze: non possiamo stare dove ci sono delle realtà politiche che mirano al sovranismo, non potremmo stare con qualcuno che definisce la politica né di destra né di sinistra. Ci sono dei valori che la sinistra ha e che non ha la destra, Genova non è una città che vive in una bolla ma è correlata al mondo esterno e quindi a quello che succede nel mondo".

 

Quindi non vi pentirete dopo il 26 maggio?

"Non ci pentiamo perché c'è il 50% di persone che non vanno a votare, credo che sia il centrodestra che la destra, anzi che il centrosinistra, campo largo, stiano pescando dallo stesso campo elettorale. Noi crediamo che ci siano molte persone che si sono allontanate dalla politica, credo che sia una forma di democrazia quella di riuscire a portare le persone al voto".

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