di Marco Nesci
Nel dibattito pubblico e nella percezione comune, emerge con forza un ritratto desolante della gran parte dei politici che popolano la scena contemporanea. Lontani dagli ideali di servizio e competenza, i loro tratti distintivi sembrano essere, in maniera sempre più palese, l'ipocrisia, l'affarismo e una crassa ignoranza, dimostrata senza alcun ritegno.
L'ipocrisia si manifesta quotidianamente, su ogni questione all'ordine del giorno. Dalla gestione dei conflitti internazionali, dove le azioni di un 'amico' sono giustificate o minimizzate, mentre quelle di un 'nemico' scatenano anatemi e "peste e corna", anche sui crimini di guerra più efferati, dimostrando un doppio standard morale agghiacciante che calpesta ogni concetto di diritto internazionale o umanità. Questa attualità dell'ipocrisia raggiunge forse il suo apice nelle parole di questi "mediocri" che osano parlare, magari sopra le spoglie di un gigante morale come Francesco, che ripudiava quella guerra che lor signori invece fanno e armano senza sosta, tradendo ogni principio etico.
Parallelamente, l'affarismo, pur celato con un qualche (spesso insufficiente) pudore, emerge ugualmente su ogni decisione significativa. È meno evidente nel discorso pubblico, ma la sua influenza è palpabile. Dalla gestione della pandemia, dove gli interessi economici legati a mascherine, vaccini e sanità privata hanno spesso prevalso sulla salute pubblica e la trasparenza, al lucroso e immorale commercio di armi, fino al "massacro" continuo del nostro territorio, sottomesso a logiche di speculazione edilizia e di profitto anziché di tutela ambientale e paesaggistica. Ogni crisi, ogni esigenza del Paese, diventa un'opportunità, non per servire il bene comune, ma per fare affari a discapito dei cittadini.
L'ignoranza, infine, la fa da padrona in maniera quasi sfacciata. Senza alcun ritegno, la dimostrano su ogni singola questione che affrontano. Sia che si parli della storia complessa e ricca del nostro Paese, sia che si tenti di comprendere la reale e spesso drammatica condizione sociale ed economica della stragrande parte della popolazione italiana, costretta a lottare per la sopravvivenza, sia semplicemente parlando di argomenti tecnici o scientifici di cui non possiedono la benché minima nozione. Parlano a vanvera, ripetono slogan vuoti, dimostrando una totale disconnessione dalla realtà e una mancanza di studio e preparazione imbarazzante per chi dovrebbe governare una nazione.
Questa triade tossica – ipocrisia, affarismo e ignoranza – disegna il profilo di una classe politica sempre più percepita come incapace, autoreferenziale e profondamente dannosa. Essa non solo erode la fiducia nelle istituzioni e nella democrazia stessa, ma impedisce di affrontare seriamente i problemi del Paese, lasciando spazio solo a giochi di potere, interessi privati e a una retorica vuota, mentre la maggioranza dei cittadini arranca in una realtà ignorata o deliberatamente misconosciuta.

Sostienici con una semplice iscrizione annuale a 15€. Clicca su questo link e procedi ad iscriverti, Grazie: https://www.paypal.com/ncp/payment/PMJB8NE3334JS