Redazionale:
Ancora una volta il Mediterraneo si tinge di lutto, teatro dell'ennesima, straziante tragedia che inghiotte vite umane. Si muore ancora, in un mare che dovrebbe unire e che invece diventa tomba per coloro la cui unica "colpa" è cercare un futuro dignitoso, un'esistenza lontana da miseria e violenza per sé e i propri figli. È l'assurda dimostrazione di un'inciviltà, italiana ed europea, che erige muri contro i disperati mentre spesso permette a pochi potentati economici di prosperare sfruttando risorse e persone.
L'ultima ferita aperta è al largo di Lampedusa, dove la morte ha reclamato tre vite: due bambini e un uomo di trent'anni. I loro corpi senza vita sono stati portati sull'isola dal veliero Nadir della ONG tedesca Resqship, che ha soccorso altre 57 persone, tra cui due minori di appena due anni. Secondo le prime testimonianze, le piccole vittime e il giovane sarebbero periti a causa degli stenti, divorati da sete e fame durante la lunga deriva. I corpi sono stati composti nel cimitero di Cala Pisana.
Il racconto dei sopravvissuti aggiunge dolore a dolore: ci sarebbe anche un disperso, un uomo inghiottito dalle onde dopo essersi forse gettato in acqua per trovare sollievo dalle ustioni, senza più riuscire a risalire a causa del mare agitato.
Erano partiti mercoledì notte dalla Libia, a bordo di un gommone precario rimasto poi alla deriva per giorni in balia delle onde, prima dell'intervento salvifico della ONG tedesca. Un viaggio della speranza pagato a caro prezzo, 1.500 dollari a testa versati ai trafficanti di esseri umani.
È una realtà che non smette di urlare la sua disumanità. Lo ribadiamo con forza: questa non è democrazia, non è civiltà, non è libertà. È una forma di schiavismo coloniale neanche troppo celata, che si consuma alle porte della nostra Europa complice dei tanti genocidi del nostro miserabile tempo.

Sostienici con una semplice iscrizione annuale a 15€. Clicca su questo link e procedi ad iscriverti, Grazie: https://www.paypal.com/ncp/payment/PMJB8NE3334JS