Redazionale:
Ma ci rendiamo conto a che livello di vergogna, di ipocrisia e servilismo si sta arrivando? Quello che è successo al Concertone del Primo Maggio a Roma è uno schiaffo in faccia alla decenza. Un gruppo musicale, i Patagarri, ha avuto il coraggio di fare ciò che ogni persona con una coscienza dovrebbe fare: gridare "Free Palestine", "Palestina libera", coinvolgendo un pubblico che, per fortuna, ha urlato insieme a loro.
Apriti cielo! L'isteria collettiva è scattata all'istante. Come trottole caricate a molla, sono usciti allo scoperto i soliti difensori dell'indifendibile: una pletora di giornalisti lecchini pronti a vendere l'anima e non solo, al padrone, politici squallidi che cambiano bandiera al primo vento e, con punte di diamante imbarazzanti come una parte della comunità ebraica romana, tutti uniti nel condannare e stigmatizzare questi musicisti "colpevoli" di essere, secondo questa melma, "filo-Hamas".
Ma la vera colpa qual è? Gridare "Palestina libera"? In un mondo alla rovescia, questo sarebbe lo scandalo inaccettabile per questi cialtroni servili e ipocriti. Non lo è, invece, stare zitti o peggio, giustificare chi ha ammazzato oltre 80.000 civili, quasi la metà bambini. Non è scandaloso appoggiare un'occupazione che dura da 60 anni, la violenza dei coloni che cacciano i palestinesi dalle loro case, la persecuzione di 2 milioni di persone a Gaza ridotte alla fame e alla sete con tanto di assedio, la distruzione sistematica di ospedali, scuole, ogni parvenza di vita civile. Non è scandaloso vedere bambini mutilati, orfani, che vagano nell'orrore. No, per questi buffoni è scandaloso solo urlare "Palestina libera".
Il livello di ipocrisia è intollerabile. Difendere chi subisce un genocidio è diventato un atto sovversivo, mentre chi si schiera con i criminali massacratori viene elevato a baluardo di civiltà. Se c'è un Dio, e noi non siamo credenti, auspichiamo davvero che il suo giudizio su questa massa di vigliacchi e opportunisti sia rapido e implacabile. La vergogna è la loro, non di chi grida Palestina Libera.

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