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Profitti record e cittadini in ginocchio: l'amara realtà italiana del 2024

2025-03-23 04:03

Marco Nesci

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Profitti record e cittadini in ginocchio: l'amara realtà italiana del 2024

Eni 5,5 MLD profitto, Enel 69 MLD ricavi, banche 30 MLD profitti, a loro nessuna imposta in più, mentre i cittadini sono massacrati da bollette e fisco

di Marco Nesci

 

Il 2024 si è chiuso con un bilancio agrodolce per l'Italia. Da un lato, i colossi dell'energia e le banche hanno stappato champagne, grazie a utili da capogiro. Eni ha celebrato profitti per 5,5 miliardi di euro, mentre Enel ha raggiunto ricavi impressionanti, pari a 69 miliardi. Numeri che risaltano in modo drammatico rispetto alla realtà quotidiana di milioni di italiani, stretti da bollette per luce e gas sempre più onerose, caro vita e stipendi da fame.

Parallelamente, il sistema bancario nazionale ha archiviato un anno con utili complessivi che sfiorano i 30 miliardi di euro. Anche qui, la soddisfazione dei vertici si traduce spesso in un onere maggiore per i cittadini, costretti a fare i conti con commissioni e tassi d'interesse decisamente sfavorevoli.

Di fronte a tale palese disparità, ci si aspetterebbe un intervento incisivo da parte del governo. Tuttavia, l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni è immobile, quasi paralizzato dalla potenza di questi giganti economici e probabilmente da interessi conniventi. La proposta di una tassazione sugli extraprofitti, una misura quanto mai necessaria per redistribuire almeno in parte la ricchezza e alleviare le difficoltà della popolazione, è rimasta lettera morta. Inoltre, le timide iniziative messe in atto, come i bonus una tantum e limitati a specifiche categorie, appaiono più come un'elemosina, limita nel tempo,  piuttosto che un'efficace strategia per fronteggiare il caro energia.

La vera vergogna, però, si consuma sul fronte della spesa pubblica. Mentre le grandi aziende continuano a realizzare profitti astronomici, il governo non esita ad apportare tagli ai fondi vitali per la collettività. Settori cruciali come la sanità e i servizi sociali subiscono riduzioni che ledono direttamente i diritti costituzionali dei cittadini. Il taglio di 6 milioni di euro destinati alla prevenzione del tumore al seno e la diminuzione dei fondi per l'assistenza ai disabili sono solo due esempi di una politica miope, insensibile e inaccettabile. In un clima di ulteriori annunci di tagli, il governo non mostra segni di ravvedimento, continua ad essere debole con i ricchi e forte con i poveri. 

Al contrario, in un'incredibile inversione di priorità, si parla di investimenti faraonici nel settore degli armamenti. Decine di miliardi di euro sono pronti per essere spesi, giustificati da presunte minacce esterne che, nella migliore delle ipotesi, sembrano vaghe, pretestuose e completamente infondate. Questa scelta risuona come un’ingiustizia, soprattutto se paragonata alla mancanza di risorse destinate alla salute e al benessere delle fasce più vulnerabili della popolazione.

Il quadro che emerge è desolante. Un'Italia a due velocità, dove pochi prosperano a spese di molti. Un governo incline a tutelare gli interessi delle grandi lobby piuttosto che le necessità del proprio popolo. Un sistema che rischia di implodere sotto il peso delle disuguaglianze e dell'indifferenza. È giunto il momento che la politica ritrovi la sua direzione, ponendo al centro i diritti e il benessere di tutti i cittadini nel rispetto della Costituzione antifascista.

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