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Ora lo Stato terrorista vuole estendere la pulizia etnica in tutta la Cisgiordania

2025-03-20 04:00

Redazionale

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Ora lo Stato terrorista vuole estendere la pulizia etnica in tutta la Cisgiordania

"Siamo consapevoli della possibilità che possa aprirsi un fronte più ampio in Giudea e Samaria (la Cisgiordania)"

Redazionale

 

In un contesto di crescente tensione, le parole del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu risuonano come un presagio inquietante. Durante una visita alla base dei combattenti sotto copertura della Border Police in Cisgiordania, Netanyahu ha dichiarato: "Siamo consapevoli della possibilità che possa aprirsi un fronte più ampio in Giudea e Samaria (la Cisgiordania)". Questa affermazione, riportata dal suo ufficio, getta un’ombra sinistra sul futuro della regione, alimentando i timori di un’escalation del conflitto.

Per molti, queste parole non rappresentano altro che la conferma di un disegno già in atto. Dopo la devastazione e l’immane perdita di vite civili con il genocidio nella Striscia di Gaza, l’attenzione sembra ora spostarsi verso la Cisgiordania. L’ipotesi, che si fa sempre più concreta nella percezione di molti osservatori, è che Netanyahu,  un criminale di guerra, stia pianificando di estendere le sue operazioni anche in quest’area, con l’obiettivo di cacciare via i palestinesi dalle loro terre.

A rendere la situazione ancora più drammatica è il  silenzio complice dell’Occidente. Le potenze occidentali non solo non condannano apertamente le azioni di Israele, ma con il loro immobilismo finiscono per avallare i piani di quella che è una vera e propria pulizia etnica. Mentre la popolazione palestinese necessiterebbe urgentemente di aiuti umanitari, l’Occidente è più interessato a rifornire di armi lo stato terrorista israeliano. Questa  condotta occidentale alimenta un sentimento di profonda ingiustizia e frustrazione tra coloro che vedono in queste dinamiche un sostegno attivo alla politica espansionistica di Israele e alla sua persecuzione razziale contro la popolazione palestinese. Le dichiarazioni di Netanyahu, in questo quadro già cupo, non fanno altro che acuire le preoccupazioni per un’ulteriore destabilizzazione della regione e per il destino del popolo palestinese.

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