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Un fragile spiraglio di pace in Ucraina: l'Europa si ostina nella follia del riarmo

2025-03-20 04:02

Pasquino

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Un fragile spiraglio di pace in Ucraina: l'Europa si ostina nella follia del riarmo

Eppure, la fallita classe politica europea, smarrita in una spirale di decisioni controverse, e insensate, insiste con una politica di riarmo

Pasquino, la voce del popolo

 

Mentre un timido raggio di speranza illumina l'orizzonte del conflitto ucraino, grazie a una ritrovata volontà di dialogo tra le parti in causa, l'Europa sembra intraprendere una direzione diametralmente opposta. Finalmente, la diplomazia e il riconoscimento, seppur tardivo, della natura di guerra per procura che questa tragedia rappresenta per il popolo ucraino (combattuta tra gli interessi di Russia e Stati Uniti), aprono uno spiraglio verso la pace. Eppure, la fallita classe politica europea,  smarrita in una spirale di decisioni controverse, e insensate,  insiste con una politica di riarmo che appare tanto stupida quanto pericolosa.

Si continua a sbandierare lo spauracchio di un'imminente fantomatica invasione russa, una narrazione che appare sempre più come una "balla spaziale" utile solo a giustificare spese militari sempre più ingenti. La realtà, secondo molti osservatori, è che dietro questa frenesia bellica si cela l'ennesima, cinica opportunità di arricchimento per i grandi nomi dell'industria bellica e per quella schiera di politici e giornalisti che ne sostengono le ragioni.

È emblematico il contrasto con quanto sta accadendo a livello internazionale. Mentre figure come Trump e Putin, al di là di ogni giudizio personale, si parlano per ben tre ore, tracciando una possibile rotta verso la risoluzione del conflitto, l'Europa guidata da rimbambiti precoci si autoesclude da questo processo. Resa irrilevante da anni di politiche servili e mancanza di una visione strategica autonoma, l'Unione Europea si ritrova ora a recitare un ruolo marginale, comico e grottesco, agli occhi del mondo.

Con i soldi dei cittadini europei, già messi a dura prova da crisi economiche e inflazione, si continua a finanziare una corsa agli armamenti che non solo appare assurda in questo contesto di potenziale distensione, ma che rischia di gettare il continente in una spirale di instabilità ancora maggiore. Si parla addirittura di attingere ai conti correnti privati, un'ipotesi che, se confermata, rappresenterebbe un attacco senza precedenti alla libertà sociale ed economica dei cittadini.

La logica che sottende questa politica appare del tutto sconcertante. Invece di sostenere con forza un timido nascente processo di pace, che inevitabilmente porterà l'Ucraina verso la neutralità e il disarmo, l'Europa sembra intenzionata a proseguire una guerra per procura, ventilando l'invio di ulteriori armi e un pacchetto di aiuti da 40 miliardi di euro. Follia allo stato puro. Un controsenso che stride con la necessità di una de-escalation e di un ritorno al dialogo.

L'idea, poi, di presidiare i confini ucraini con la Russia dopo un eventuale accordo di pace, avanzata da alcuni esponenti europei, rasenta il ridicolo. Sembra che non si voglia comprendere, o si finga di non comprendere, che la Russia non ha alcuna intenzione di accettare una simile ingerenza, percepita come una provocazione e un'ulteriore dimostrazione della mancanza di cervelli pensanti  in Europa, dimentichi che la principale causa della guerra è stata la volontà della presenza NATO in Ucraina e che di fatto poi la stessa ha delegato il povero popolo ucraino a combatterla per procura. 

La domanda sorge spontanea: come è possibile che i popoli europei, depositari di una storia millenaria di cultura e saggezza, siano giunti a farsi governare da una classe politica così inutile, miope e autoreferenziale? Una classe dirigente che, anziché perseguire la pace e la prosperità dei propri cittadini, preferisce la logica distruttiva della guerra, alimentata da interessi oscuri (ma ben visibili) e da una pericolosa incapacità di comprendere le dinamiche geopolitiche in atto. Il futuro dell'Europa appare incerto, ostaggio di una leadership criminale, affaristica, oligarchica e contro i suoi popoli.

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