Redazionale: da un post su FB di Andrea Sassano
Se gli intellettuali italiani sono quelli che hanno parlato alla manifestazione in Piazza del Popolo il Paese è messo proprio male. Gli interventi che ho sentito sono stati un susseguirsi di luoghi comuni e di consapevoli e colpevoli omissioni.
Si afferma che l’Europa ha garantito 80 anni di pace, calpestata oggi da Putin, ma si tace sull’aggressione dell’Occidente unito alla ex Jugoslavia negli anni ’90. Siamo nei Balcani non in Mongolia.
Si esalta il primato della democrazia europea, ma si sorvola su cosa l’Europa Reale ha fatto al popolo greco, strangolato per il rispetto di assurdi parametri considerati inviolabili, ma che tali evidentemente non sono, visto che si possono tranquillamente violare per riarmare l’Europa. E sempre a proposito di democrazia: del fatto che la stragrande maggioranza del popolo italiano fosse contrario all’invio di armi ci se ne allegramente fregati, al punto di non degnarsi neppure di fornire al parlamento la lista degli armamenti dati all’Ucraina.
Si esalta la cultura europea, trasformando figure come Kant, Hegel, Manzoni, (Marx no, quello è sempre meglio non prenderlo in considerazione) in vessilli di una superiorità culturale europea da contrapporre alla povertà artistica e culturale russa. Dimenticando che scrittori come Tolstoj, Dostoevskiy, Majakovskiy e tanti altri artisti che qui non sto a richiamare sono un pezzo importante della cultura europea.
Inoltre, sentirsi fare la morale sul fatto che gli italiani sono viziati dal benessere e con la pancia piena da uno che serve alla corte degli Elkan è cosa davvero inaccettabile. Certo, da quella prospettiva è difficile vedere che una grandissima parte della popolazione si arrabatta tra precarietà e disoccupazione, con salari da fame e, per non cadere in povertà, è costretta ad accettare i lavori più sfruttati e degradanti, e magari morire sul lavoro. Dalle luminose vetrate della sede del Gruppo GEDI questo spettacolo in effetti può infastidire gli occhi.
Infine, dopo le esternazioni sulla pace giusta e poi sulla pace democratica (il cui significato confesso mi sfugge), dagli oratori di quella piazza è arrivato il grido “non tutte le paci sono accettabili”. Cosa significa? Che se le intese difficilissime tra USA e Russia non sono di nostro gradimento dichiariamo guerra alla Russia? E poi anche agli Stati Uniti? Sembrano tanti Dottor Stranamore. Ma mentre Peter Sellers interpretava il ruolo del generale pazzo che vuole lanciare una bomba nucleare sull’Unione Sovietica, questi sono pazzi sul serio.

Siamo una goccia nel mare, ma se tante gocce diventano pioggia…
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