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Le piazze della Pace: un grido di speranza contro la guerra della piazza interventista

2025-03-16 04:01

Marco Nesci

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Le piazze della Pace: un grido di speranza contro la guerra della piazza interventista

Vedo la preoccupazione per un mondo sempre più instabile, la retorica interventista che soffia sul fuoco dei conflitti in una Europa

Marco Nesci

 

Scendo in piazza, partecipo con convinzione alle manifestazioni per la pace. Dalla splendida Piazza Barberini a Roma, fino alla mia Genova e in tante altre città italiane, sento il bisogno di far sentire la mia voce, la nostra voce. Non siamo qui solo per opporci alla guerra, e al movimento interventista mainstream, ma per affermare con forza un’alternativa radicale.

Osservo le ragioni che ci spingono in piazza, le analizzo profondamente. Vedo la preoccupazione per un mondo sempre più instabile, la retorica interventista che soffia sul fuoco dei conflitti in una Europa che vuole armarsi per fare la guerra. Dall’altra parte, ci sono gli interessi economici di chi produce e vende armi, come i tanti  “azionisti di Leonardo e di altre industrie belliche” riuniti in Piazza del Popolo a Roma, che prosperano sulla sofferenza e la distruzione. Disprezzo in  modo totale i novelli Marinetti o D’Annunzio, figure anacronistiche che inneggiano alla guerra come igiene del mondo. La pace si costruisce con la pace, con il dialogo, con la cooperazione, non certo preparandosi a un conflitto.

Le nostre piazze non sono semplicemente contro la spesa militare, né contro l'idea di un presunto suprematismo occidentale. Il nostro grido è più ampio, più profondo. Chiediamo a gran voce giustizia sociale, la cura del nostro territorio martoriato, una sanità e un’istruzione pubblica di qualità, servizi accessibili a tutti, salari e pensioni che garantiscano una vita dignitosa. Tutto questo non può essere sacrificato sull'altare della spesa militare, su una logica di guerra che divora risorse vitali per il benessere collettivo.

Questa giustizia sociale la difenderemo con la lotta, una lotta tenace, senza compromessi. Non siamo disposti a sacrificare le nostre vite, né quelle dei nostri figli e nipoti, per le vostre sporche guerre capitaliste e colonialiste. La nostra è una battaglia per un futuro di pace, di equità, di rispetto per l'ambiente e per ogni essere umano. Le piazze della pace sono il cuore pulsante di questa speranza, un motore di cambiamento che non si fermerà.

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