Redazionale
L’annunciato intervento del governo Meloni contro il caro bollette si è concretizzato in un decreto che, purtroppo, conferma le peggiori previsioni: si tratta di una manovra timida, parziale e soprattutto priva di quella visione strutturale che la gravità della situazione energetica nazionale imporrebbe. Anziché affrontare il problema alla radice, con misure capaci di incidere realmente sul costo dell'energia e di redistribuire equamente gli oneri, l'esecutivo si limita a erogare un bonus trimestrale, un palliativo che ha il sapore amaro della beffa, soprattutto se confrontato con i profitti record delle aziende Erogatrici ad esempio la sola Eni, nel 2024 ha incassato 5,5 miliardi di utili.
La Meloni ha presentato l'intervento come un segnale di attenzione verso famiglie e imprese, stanziando 3 miliardi di euro. Tuttavia, analizzando nel dettaglio le misure, emerge una realtà ben diversa. Il bonus destinato alle famiglie, condizionato a un ISEE fino a 25.000 euro e variabile tra i 200 e i 500 euro a seconda dei requisiti, appare inadeguato e temporaneo, valido per un solo trimestre. Un sostegno che, non risolve il problema di fondo e rischia di esaurirsi rapidamente, lasciando le famiglie di nuovo in balia della speculazione dei prezzi energetici.
Ancor più criticabile è l'assenza di interventi mirati a colpire la speculazione e i profitti eccessivi delle grandi compagnie energetiche. Mentre Eni macina utili miliardari, il governo si limita a distribuire un bonus finanziato con fondi pubblici, senza intaccare minimamente le dinamiche di mercato che gonfiano le bollette. La rinuncia all'IVA sull'eccesso di prezzo dell'energia e il taglio degli oneri di sistema per le PMI, pur rappresentando misure timidamente positive, non costituiscono un cambiamento strutturale, sono solo per questo trimestre, appaiono insufficienti a garantire una riduzione sostenibile del costo energetico.
L''intervento del governo si configura come un'operazione di mera cosmesi, un tentativo di calmare le acque senza affrontare con coraggio e determinazione le cause profonde del caro bollette. Un bonus trimestrale non è la risposta che i cittadini e le imprese si aspettavano: servono politiche energetiche lungimiranti, investimenti nelle fonti rinnovabili e un controllo più stringente sui mercati dell'energia. Altrimenti, questo bonus trimestrale rimarrà solo una triste "beffa" in un contesto economico già di per sé difficile.