Ancora una volta, il governo si dimostra inadeguato di fronte all'emergenza del caro bollette, proponendo interventi che sanno di palliativo, ben lontani da soluzioni strutturali. Anziché affrontare di petto le cause profonde della crisi energetica, si balbettano misure temporanee, incapaci di fornire un sollievo duraturo a famiglie e imprese. L'atteggiamento di "prudenza" e "cautela", sbandierato come virtù, maschera una preoccupante mancanza di coraggio e, soprattutto, di visione politica.
È inaccettabile che non si levi voce per tassare gli extraprofitti di chi specula sul dramma energetico, accumulando guadagni smisurati mentre i cittadini lottano per pagare le bollette e oramai moltissimi non sanno come mettere su la pentola. Questa omissione è una macchia sulla coscienza di un governo che sembra più attento a non disturbare i poteri forti che a tutelare il bene comune.
Si ignora colpevolmente l'anomalia italiana degli oneri accessori, un costo extra che gonfia le bollette senza giustificazione, perpetuando una disparità iniqua rispetto agli altri paesi europei. L'annunciata intenzione di ridurre il divario tra il prezzo del gas italiano ed europeo e di ampliare il bonus sociale appaiono come pezze superficiali. Queste misure, per quanto utili, non scalfiscono minimamente la radice del problema e rischiano di disperdersi in un mare di burocrazia e di risorse insufficienti.
In definitiva, ciò che manca è una strategia energetica seria e coraggiosa, capace di liberare l'Italia dalla dipendenza da mercati instabili e speculativi. Le mezze misure e le timidezze di questo governo non fanno altro che procrastinare l'agonia, senza offrire alcuna vera speranza per il futuro energetico del paese. L'opposizione dice che questo governo si dimostra "inadeguato" e pericolosamente miope, ma è incapace di mettere insieme una vera opposizione di piazza.