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Europa in Armi: sacrificio sociale sull'altare della guerra

2025-02-16 01:00

Redazionale

politica internazionale,

Europa in Armi: sacrificio sociale sull'altare della guerra

l'Unione Europea, guidata da una classe politica di una miopia sconcertante, spalanca le porte a una spesa militare senza precedenti.

L'Europa ha imboccato una strada pericolosa e oscena: quella di un riarmo forsennato che divora risorse vitali per il benessere dei suoi cittadini. Mentre le famiglie lottano contro l'inflazione, i servizi sociali si sgretolano e il futuro sostenibile del continente è messo a rischio, l'Unione Europea, guidata da una miopia politica sconcertante, spalanca le porte a una spesa militare senza precedenti.

La mossa di Ursula von der Leyen è un segnale inquietante: cancellare ogni vincolo alla spesa militare, permettendo agli Stati membri di ingrassare i bilanci della difesa senza alcun limite. Allo stesso tempo, però, rimangono in vigore i rigidi paletti del Patto di Stabilità, che impongono tagli draconiani a sanità, scuola, pensioni e tutto ciò che concorre al welfare dei cittadini. È un ribaltamento delle priorità che grida vendetta, un tradimento dei valori fondanti del progetto europeo, una vergogna che necessiterebbe di una rivolta sociale.

Ci troviamo di fronte a un'Europa che, già in "economia di guerra", si prepara attivamente alla guerra. Le élite europee, vuole la guerra, è incapaci di gestire le conseguenze economiche disastrose dell'avventura ucraina da lei stessa provocate, ripetono gli errori tragici del passato, quelli che hanno condotto il vecchio continente a due conflitti mondiali nel XX secolo. L'eco bellicista risuona sempre più forte, con figure come il britannico Keir Starmer che paventano persino l'invio di truppe di terra in Ucraina, alimentando un'escalation militare dalle conseguenze imprevedibili.

In questo clima di crescente militarizzazione, persino le parole del Presidente della Repubblica italiana risuonano in modo bellicista e non sono casuali. Dietro la patina di garante costituzionale, emerge la figura di un politico che, nel 1999, autorizzò il bombardamento di Belgrado in violazione dell'articolo 11 della Costituzione, lo stesso articolo che ripudia la guerra. Quel bombardamento, avvenuto senza mandato ONU, fu una ferita profonda per l'ideale europeo, un presagio della deriva attuale.

Oggi, l'Europa sembra aver dimenticato il sogno di pace e prosperità che l'aveva ispirata. Sacrifica il suo futuro sociale sull'altare di una guerra che ora, alle soglie del disimpegno USA vuole far sua, ripetendo errori storici e tradendo le speranze dei suoi cittadini. La flessibilità per le armi e l'austerità per il sociale sono un marchio d'infamia per questa Europa che si prepara alla guerra, dimenticando il valore della vita e del benessere dei suoi popoli, per buttare fuori dalla storia la guerra è oggi necessario buttare fuori dal potere questi cialtroni guerrafondai. 

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