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La folle politica energetica europea: un salasso per i cittadini, un favore a USA per punire la Russia (a nos

2025-02-11 01:00

Redazionale

politica internazionale,

La folle politica energetica europea: un salasso per i cittadini, un favore a USA per punire la Russia (a nostre spese)

mentre i cittadini europei fronteggiano bollette del gas quadruplicate, l'UE continua imperterrita in una direzione che è un suicidio economico e politico

L'Unione Europea sta conducendo una politica energetica che definire miope è un eufemismo. Mentre i cittadini europei si trovano a fronteggiare bollette del gas quadruplicate, l'UE continua imperterrita in una direzione che appare sempre più come un suicidio economico e politico assistito. Dietro la facciata di una presunta indipendenza energetica e di una evidente avversione e ritorsione verso la Russia, si cela una realtà molto più amara: siamo vittime sacrificali di un gioco geopolitico che ci vede soccombere sia economicamente che strategicamente.

Le cifre parlano chiaro, e le previsioni sono tutt'altro che rosee. Secondo recenti analisi di Bloomberg (non certo filo russa), le riserve di gas in Europa potrebbero calare drasticamente, fino al 30%, già all'inizio di aprile. Questa picchiata è il risultato di una combinazione letale: l'interruzione delle forniture attraverso l'Ucraina, un inverno particolarmente rigido e condizioni climatiche avverse che hanno ridotto la produzione di energia eolica, spingendo verso un maggiore utilizzo del gas per la generazione elettrica. Ricordiamo che, negli anni precedenti, il livello di riserve si attestava su un ben più rassicurante 60%.

Ma la vera anomalia, il segnale più evidente di una politica energetica completamente fuori controllo, è il ribaltamento della curva dei prezzi del gas. In passato, la logica di mercato voleva che i prezzi del gas fossero più bassi in estate, per poi risalire durante i mesi invernali di maggiore consumo. Oggi, questa legge è stata spazzata via dall'irrazionalità delle scelte europee. Gli speculatori, ben consci della gravità della situazione, hanno invertito la tendenza, spingendo alle stelle i prezzi estivi. Questo significa che, in piena estate, quando teoricamente dovremmo approvvigionarci a costi contenuti per affrontare l'inverno, ci troveremo a pagare il gas a prezzi esorbitanti. Una follia pura, un autogol clamoroso che pesa come un macigno sulle spalle dei consumatori europei e sulla competitività delle nostre imprese.

E perché siamo arrivati a questo punto? Per una pericolosa miscela di arroganza, ideologia e servilismo. L'UE ha interpretato il calo della domanda di gas dei mesi scorsi – dovuto in realtà a un inverno inizialmente mite e, soprattutto, alla catastrofica deindustrializzazione che sta desertificando il continente – come un trionfo strategico. Si sono illusi di aver trovato la formula magica per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, senza rendersi conto che stavano semplicemente barattando una dipendenza con un'altra, e a condizioni economiche infinitamente peggiori.

La verità scomoda è che l'Europa è diventata vittima della propria indifferenza verso una politica energetica seria e lungimirante. Presi dalla foga ideologica di punire la Russia – giustificabile o meno che sia, non è questo il punto – e dalla smania di compiacere come zerbini gli Stati Uniti, i nostri governanti hanno sacrificato l'interesse primario dei cittadini europei: avere accesso a energia a prezzi accessibili e competitivi. Hanno scelto e imposto di pagare il gas quattro volte di più, rinunciando di fatto a un vantaggio competitivo cruciale, pur di fare un dispetto a Mosca e dimostrare la nostra fedeltà servile a Washington. Un dispetto che, guarda caso, paghiamo interamente noi, cittadini europei e noi italiani in particolare che già soffriamo di salari e pensioni da fame.

Ora, di fronte a una crisi energetica che si preannuncia sempre più grave, le opzioni sul tavolo sono drammaticamente limitate. L'Europa non ha altra scelta che acquistare gas in estate a prezzi folli, drenando le casse pubbliche e impoverendo i contribuenti, oppure affidarsi alla fortuna. Possiamo pregare per la fine del conflitto in Ucraina – speranza quanto mai aleatoria –, auspicare un aumento delle forniture di gas dagli Stati Uniti – che però non saranno mai sufficienti a colmare il vuoto russo e che, soprattutto, arriveranno a prezzi ben superiori –, e sperare in un clima mite e ventoso – fattori totalmente fuori dal nostro controllo.

Ma se la fortuna non ci assiste? Se il prossimo inverno sarà rigido, se il conflitto in Ucraina continuerà, se gli Stati Uniti si dimostreranno fornitori inaffidabili o troppo costosi? Il rischio concreto, evidenziato da Bloomberg, è quello di arrivare al prossimo inverno "nudi e crudi", con riserve di gas ai minimi storici e prezzi alle stelle. Le conseguenze sarebbero disastrose: razionamenti energetici, black-out, chiusura di industrie, inflazione galoppante, recessione economica e, non ultimo, un crescente malcontento sociale.

È tempo di dire basta a questa politica energetica folle e suicida. È tempo che l'UE si svegli dal torpore ideologico e torni a mettere al centro gli interessi dei cittadini europei. È tempo di rivedere le nostre priorità, di smetterla di fare dispetti a chi ci forniva energia a prezzi accessibili e di affrancarci dalla sudditanza verso chi ci offre un'alternativa costosa e insufficiente. Perché, alla fine dei conti, a pagare il prezzo di questa assurda politica energetica siamo noi, cittadini europei, e il conto rischia di essere salatissimo.

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